Gravel e MTB a Piana degli Albanesi: anello tra storia e natura

L’entroterra della provincia di Palermo si rivela un vero scrigno di sorprese per gli appassionati di cicloturismo, offrendo paesaggi in continuo mutamento e saliscendi che si susseguono con ritmo incalzante. Un anello che prende avvio e si conclude a Piana degli Albanesi rappresenta la scelta ideale per gli amanti del gravel e della mountain bike desiderosi di un’esperienza intensa e variegata.

Il percorso si sviluppa su una distanza complessiva di 62 chilometri, di cui 27 su sterrato, perfettamente pedalabile, e presenta un dislivello totale di quasi 1.000 metri. La partenza da Piana degli Albanesi conduce verso Sant’Agata, da cui si scende per circa 10 chilometri lungo il fondo valle, costeggiando il suggestivo Lago di Scanzano. Questa prima fase è caratterizzata da una discesa continua che prepara alle successive sfide.

Superata Sant’Agata, la strada si fa più impegnativa: si affrontano circa 2.000 metri di salita intensa verso Godrano, un tratto che mette alla prova la resistenza del ciclista. Dopo questa ascesa, una breve discesa anticipa un nuovo strappo, prima di raggiungere lo scollinamento. Da qui, si prosegue in discesa seguendo il tracciato della vecchia ferrovia che conduce alla piccola stazione di Godrano, regalando un momento di respiro e panorami suggestivi.

La pedalata riprende verso Ficuzza, lungo un tratto di 6 chilometri in ottime condizioni, adatto sia a mountain bike che a biciclette ibride da cicloturismo. Da qui si prosegue fino a Corleone, affrontando un lungo segmento di 21 chilometri interamente sterrato che si snoda attraverso la campagna aperta, offrendo un contatto diretto con la natura e il territorio circostante.

Attraversato il fiume di Frattina, si affronta una breve salita che conduce a Corleone, prima di iniziare il rientro verso Sant’Agata e infine tornare al punto di partenza a Piana degli Albanesi.

Oltre all’aspetto sportivo, questo itinerario è un viaggio nella storia. La fondazione di Piana degli Albanesi risale alla fine del XV secolo, quando l’avanzata ottomana nella penisola balcanica spinse numerosi profughi a rifugiarsi sulle coste dell’Italia meridionale. Gli albanesi, inizialmente insediati ai piedi del monte Pizzuta, scelsero di fondare il loro centro in pianura, dando vita a una comunità che ha mantenuto viva la propria identità nel corso dei secoli. Il nome del paese ha subito diverse evoluzioni: da Plana Archiepiscopatus Montis Regalis a Piana dell’Arcivescovo, poi Piana dei Greci, fino all’attuale Piana degli Albanesi.

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